La violenza sessuale – Pronto Soccorso Ginecologico

A chi subisce uno stupro la raccomandazione è di rivolgersi al più presto al Pronto Soccorso del Cardinal Massaia.
Da qui la donna sarà accompagnata in Ginecologia (Pronto Soccorso Ginecologico), dove verrà visitata dal medico, a cui riferirà la violenza subita.
Il racconto è indispensabile per avviare una corretta raccolta dei reperti utili a rintracciare eventuali tracce di materiale biologico del violentatore.

Questa operazione viene svolta dal medico con l’infermiera secondo una procedura interna consolidata che permette di agire nel più breve tempo possibile, rispettando tutti i passaggi previsti. Si procede così al recupero dei vestiti e degli indumenti intimi della vittima, a isolare capelli, peli, unghie, a eseguire esami del sangue e tamponi vaginali.

Il medico terrà conto dei tempi che saranno necessari alla donna per raccontare la violenza subita, rispetterà i suoi silenzi e le pause.

“Per lei si tratta di un altro momento drammatico. Quello che il medico può fare è seguire il suo racconto e aiutarla, con domande, per giungere a una descrizione la più possibile precisa. La fase della raccolta dei reperti è lunga: è indispensabile spiegare alla donna quello che facciamo e perché viene fatto”.

Maggiorino Barbero, primario di Ostetricia e Ginecologia del Cardinal Massaia.

Se le sarà di aiuto per sentirsi più a suo agio, durante il colloquio con il medico la donna potrà essere affiancata dalla psicologa o da una persona di fiducia: amica, genitore, partner (se ovviamente non autore dell’abuso).

 

“Oltre che per la raccolta dei reperti, l’infermiera è presente con il medico anche per supportare la donna con piccoli gesti di vicinanza: non siamo lì a giudicare, ma per farle sentire che stiamo dalla sua parte e che la sosteniamo”.

Paola Ferraris, caposala Ostetricia e Ginecologia.

La visita ginecologica e i successivi controlli sono importanti anche a scopo preventivo: per esempio per scongiurare eventuali gravidanze indesiderate, ricorrendo alla contraccezione di emergenza, oppure per ridurre il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmesse.

Sostegno viene dato alla donna anche nel momento della denuncia: è possibile rendere testimonianza alle forze dell’ordine direttamente in reparto, senza dover raggiungere successivamente la Caserma dei carabinieri o la Questura.