La Stanza segreta

Una camera luminosa a due letti con armadio, tavolino, sedie e un bagno interno: è la Stanza segreta, collocata  sul territorio dell’Asl AT.
Nessuno deve sapere dove si trova questo spazio, il primo del genere a nascere in Piemonte per assicurare alla donna, dopo le ore passate in Pronto Soccorso, una protezione sicura e fare in modo che chi le ha fatto del male non possa raggiungerla.

Il personale sanitario che si prende cura di lei è attento a creare un ambiente tranquillo e confortevole: se ci sono anche i figli, i due letti diventano un letto matrimoniale per stare più vicini, salteranno fuori i peluche per giocare e soprattutto sarà rispettato il silenzio di donne che parlano poco.

 

“Non posso mettermi nei tuoi panni, ma a fianco a te sì. Se hai bisogno, io ci sono. Qualunque sia il tuo problema, se vuoi lo possiamo affrontare insieme. Questo mi capita di dire alle donne che accogliamo”.

Un’operatrice della Stanza segreta.

C’è chi racconta che spesso le donne, quando arrivano qui, spossate dalla tensione, cadono in sonni profondi. Il tempo nella stanza si ferma. Le attività del personale si adatteranno per rispettare il loro riposo. Anche il sonno dei bambini non avrà limiti.

E se l’ospite, uscita in fretta da casa, non ha con sé gli indumenti di ricambio, troverà tutto quello che le occorre: camicia da notte, pantofole e calzini, biancheria intima, prodotti per l’igiene personale, asciugamani. Non mancherà nulla neanche per i suoi figli.
Il personale sanitario della Stanza segreta, formato per accogliere le vittime di violenza, ha alle spalle anni di esperienza.
Sa che in questo luogo speciale, in situazioni così delicate, è importante dedicare la stessa attenzione ai problemi di salute dell’ospite e a quelli del suo stato d’animo.

In questo rifugio provvisorio la donna che ha già scelto di allontanarsi da casa attende una destinazione protetta, individuata grazie alla collaborazione tra l’assistente sociale dell’Asl e gli altri servizi del territorio, mentre se ancora deve decidere potrà avere il tempo di farlo in tranquillità.
Se è straniera e non si esprime bene in italiano sarà affiancata dalla mediatrice culturale. Se vorrà fare la denuncia contro il suo maltrattante potrà rendere testimonianza alle forze dell’ordine, presenti in abiti civili, direttamente nella Stanza segreta.
Tutto avverrà con l’obiettivo di prendersi cura di lei, in ogni momento, per medicare quello che resta sul corpo e nell’anima dopo il tempo lungo delle percosse e della paura.