Cogliere il disagio nelle cose non dette
C’è un bel via vai, ogni giorno, al Consultorio familiare e neonatale di via Baracca: ci sono molti motivi per incontrare gli operatori: una visita ginecologica e ostetrica, una seduta con la psicologa, un colloquio con l’assistente sociale o l’educatrice professionale, una consulenza con l’infermiera…
Nel corso di uno degli incontri può capitare che la donna riveli di subire maltrattamenti in famiglia o che l’adolescente confidi di aver assistito, in casa, a episodi di violenza.
Il racconto, e insieme la richiesta di aiuto, potrebbero scaturire nel corso di una visita o di una conversazione, già programmate, o per tutt’altro motivo; la capacità del personale di cogliere “qualcosa che non va”, davanti ad un segno sospetto sul corpo o al disagio espresso durante il colloquio, può far emergere una situazione di difficoltà che sarà prontamente presa in carico dall’équipe.
Si sentono parlare tante lingue, al Consultorio, perché ci sono da sempre anche utenti di nazionalità straniera.
“Qualche livido oppure uno sguardo triste, un pianto improvviso…. quando il disagio non è dichiarato bisogna saper cogliere i segnali. Le donne straniere decidono generalmente di denunciare il maltrattante molto tardi, quando già ci sono i figli. Altre durante la gravidanza per difendere il nascituro. La maggior parte di loro non lavora e questo complica le cose perché le rende dipendenti dall’uomo. Ma ci sono anche le storie che finiscono bene, ed è quando si ha il coraggio di rompere il legame con il proprio maltrattante, senza necessariamente arrivare alla denuncia”.
Sabina Darova, mediatrice culturale.
La ginecologa, l’ostetrica, l’educatrice, la psicologa, l’assistente sociale, insieme alla mediatrice culturale, sono le figure professionali che affiancano, individualmente o insieme, la donna maltrattata, costruendo un percorso di aiuto con gli operatori dei servizi che operano sul territorio, le forze dell’ordine e la magistratura. Insieme alla donna viene subito verificato l’eventuale coinvolgimento dei figli minori come vittime di violenza assistita.
La struttura, attiva dal 1977, al fine di favorire la fruizione dei servizi funziona con accesso libero (con prenotazione per le visite ginecologiche ed ostetriche senza l’impegnativa del medico di base o del pediatra di libera scelta), riservato e gratuito.
L’Asl AT gestisce anche un altro Consultorio familiare, situato nella Casa della salute di Nizza Monferrato.